Il rispetto che gli Inca manifestarono per le tradizioni delle genti conquistate, li portarono ad accettare, nelle regioni costiere, l'esistenza di donne "curaca", simbolo evidente di un precedente matriarcato. L'esperto pilota stimò che la zattera avesse una stazza di almeno trenta tonnellate. Se al momento dell’apertura della successione vi sono sia i genitori che i fratelli del defunto, tutti sono ammessi alla successione del medesimo per capi, purché in nessun caso la quota, in cui succedono i genitori o uno di essi, sia minore della metà. Gli Inca furono diffusori della tecnica del bronzo, che utilizzarono per le armi e per gli strumenti di lavoro, invece in rame erano gli oggetti decorativi e di cerimonia.[3]. Le scene dipinte sul vasellame e sugli altri oggetti ci forniscono preziose informazioni sulla vita e la cultura delle civiltà andine: si è potuto notare, ad esempio, che generalmente i nobili inca portavano una lancia. Se poi la resistenza fosse continuata, gli Inca intervenivano con la tecnica delle "Mitimae", ossia trasferendo in sito delle popolazioni di provata fedeltà e deportando, in alcuni casi, quelle ostili in altre parti del loro vasto Stato. Si spostava soltanto su ricche lettighe accompagnato da una guardia del corpo costituita dai nobili più prestanti. Se non ci sono discendenti né fratelli o sorelle o loro discendenti (nipoti): succedono il padre e la madre in eguali porzioni, o il genitore che sopravvive. La società inca, nella fase imperiale, era suddivisa in classi sociali distinte e determinate, facendo riferimento alla città di Cuzco. Le particolari condizioni geografiche del territorio andino obbligarono gli Inca a confrontarsi con il problema dell'attraversamento di numerosi fiumi particolarmente impetuosi. Era questa una novità assoluta per l'altipiano andino e sarebbe stata la base di partenza per l'ulteriore salto di qualità rappresentato della costituzione di un impero. In ogni caso i prodotti destinati allo Stato o al Clero non venivano necessariamente utilizzati, ma ove fossero risultati esorbitanti per il fabbisogno dell'élite o dei sacerdoti, il surplus veniva immagazzinato e utilizzato per i fabbisogni delle varie comunità. Alcune di queste celebrazioni, ad esempio quella dell'Intiraymi e della Citua duravano diversi giorni. Le donne, selezionate nelle varie contrade, rimanevano per alcuni anni in questi conventi e poi, potevano fare ritorno, colme di onori, ai paesi di origine e sposarsi, tranne le vere "vergini del Sole" che si consacravano alla divinità per il resto della vita. Gli Inca inoltre praticavano la mummificazione dei personaggi più illustri. Il sistema di inumazione degli Inca variava da contrada a contrada, ma ovunque rispondeva alla consapevolezza di una sopravvivenza ultraterrena. Il cerimoniale che regolava la sua esistenza era improntato alla più elevata munificenza. Era molto ricca di templi, palazzi e piazze cerimoniali. Va peraltro osservato che è in corso, al momento, una disputa scientifica sull'autenticità di alcuni manoscritti seicenteschi che, se riconosciuti validi, getterebbero una nuova luce sull'interpretazione di quipu, yupana e tocapu. Le popolazioni trasferite dovevano mantenere le loro caratteristiche, anche nei costumi e non potevano mutuare quelle delle popolazioni dei territori di destinazione. Una particolare istituzione incaica sottraeva però alcune di loro a questa esistenza ordinaria, collocandole in apposite comunità conosciute come quelle delle "vergini del Sole". in egual misura e poi i cugini, se ho capito bene. Il ricordo di una migrazione umana dal Centroamerica all'emisfero Sud del continente traspare in numerosi miti raccolti, dai primi colonizzatori spagnoli, già negli anni immediatamente successivi alla conquista. Anche in questi casi la manutenzione dei manufatti era demandata alle popolazioni locali. Nel secolo scorso si era sviluppata una teoria secondo la quale l'uso di queste tecniche sarebbe stato utilizzato per agire sulle circonvoluzioni cerebrali al fine di determinare il carattere degli individui ed ottenere dei sudditi succubi ed obbedienti. Le rocce usate per le costruzioni erano lavorate per incastrarsi insieme perfettamente sovrapponendo ripetutamente una pietra sull'altra e scavando alcune parti della pietra inferiore, sopra la quale veniva compressa la polvere. Le "vergini del Sole" propriamente dette erano in numero limitato e si occupavano esclusivamente del servizio dei templi e del culto delle divinità. Buongiorno, volevo chiedere se un fratello celibe viene a mancare, redige il testamento oleografo donando tutto ad una sorella, gli altri fratelli e sorelle hanno diritto della quota di legittima. Se i chiamati hanno rinunciato all’eredità ed è stata aperta una procedura di eredità giacente, o se gli eredi hanno accettato con beneficio d’inventario, il lavoratore potrà accedere alla tutela del Fondo solo se, al termine della procedura di liquidazione (liquidazione concorsuale) prevista dall’art. Facevano eccezione i cosiddetti "inca per privilegio", una limitata categoria di individui comuni che si erano distinti per eccezionali meriti militari e che venivano accolti nella schiera della nobiltà in considerazione delle qualità dimostrate in battaglia. Gli Inca non conoscevano il ferro, ma lavoravano il piombo, il rame e lo stagno con cui fabbricavano il bronzo ed erano in grado di estrarre e purificare l'oro e l'argento. Cieza de Leon, che lo utilizzò personalmente, parla di una lunghezza di ottantacinque metri, ma la sua è un'esagerazione perché a metà dell'Ottocento l'archeologo Squier procedette alla misurazione del ponte ed ottenne una lunghezza di quarantasei metri e un'altezza sulle acque di trentacinque. Altre genti abitavano il luogo e Manco ebbe un'idea. Lo strumento più usato era il quipu, costituito da una corda principale da cui pendevano una quantità di funicelle minori. Abbandonata la regione si sarebbero stanziati nei pressi del Cuzco dove dominava la lingua aymará per poi imporre a tutti i loro sudditi il quechua come lingua imperante sull'altopiano andino. Grazie, rinuncio all’eredità di mio padre e rinuncia anche mio padre ancora in vita- a chi spetta l’eredità ? Secondo Guaman Poma de Ayala sarebbero state quattro: quella dei Huari Viracocha runa, i giganti sacri, quella dei Huari runa, ovvero i giganti, quella dei Purun runa, gli uomini numerosi come granelli di sabbia e quella degli Auca runa che sta per uomini della guerra. Atau era però avanti negli anni e non si sentì di affrontare i pericoli di un viaggio in terraferma, che ormai si rendeva indispensabile, perciò invitò suo figlio a condurre il gruppo dei sopravviventi alla ricerca di una terra in cui vivere. Recenti ricerche di Sewbalak e Van Der Wijk, studiosi dell'Erasmus University and Medical Center, hanno dimostrato che, contrariamente alle credenze popolari, gli Inca non erano dipendenti dalla coca. I miti che riguardano la creazione dell'universo si rifanno principalmente alla divinità di Viracocha, originariamente adorato dalle genti della regione del lago Titicaca e, poi, riconosciuto quale entità suprema, dagli Inca e, tramite loro, da tutto l'impero. Durante la guerra civile tra Huáscar ed Atahuallpa, un battaglione di giovani, interamente composto da nobili Inca, venne gettato nella mischia, contro le truppe di Quizquiz, per dare tempo al proprio sovrano di approntare le difese necessarie e con il suo eroismo obbligò gli eserciti di Quito a segnare il passo per almeno un mese. Ogni schiera conservava i propri colori e si adornava degli usuali emblemi di guerra dando all'insieme un'immagine pittoresca e variegata che, data la moltitudine delle unità impiegate, impressionava qualunque avversario. In assenza di parenti successibili, l’eredità è devoluta automaticamente allo Stato. In ogni caso i trasferimenti avvenivano nel rispetto delle abitudini climatiche e le popolazioni della costa venivano inviate in altri territori rivieraschi, mentre quelle dei paesi montani rimanevano nell'ambito andino. Gli Inca, in questi casi, dimostravano la loro superiore capacità strategica. Gli studiosi di storia precolombiana si sono sempre domandati se gli Inca fossero stati una stirpe o se fossero giunti nell'attuale Perù a seguito di una migrazione da paesi lontani. Gli indiani più abili, semplicemente spostando i semi, riuscivano a compiere dei calcoli anche molto complicati che lasciavano esterrefatti gli osservatori spagnoli, regolarmente superati in destrezza e rapidità. Per i casi di adulterio era prevista la lapidazione. Già il suo nome, Mayta Capac si riallaccia a quello dell'eroe primordiale Manco, in quanto si appropria dell'epiteto "Capac" che è proprio di un signore assoluto. In casi particolarmente gravi non esitavano a succhiare la parte dolente per suggerne le parti velenose. I mochica non conoscevano i quipu, ma usavano dei fagioli colorati, con dei punti incisi, per trasmettere le loro informazioni. Rubrica. Se il defunto muore senza lasciare testamento e non vi sono né coniuge né figli, la successione ereditaria deve seguire le regole e l’ordine dei parenti fissato dalla legge (partendo dal familiare più vicino). Accanto al monarca, il Qhapaq Inca, siede la Coya, la regina, che è la sua controparte agli occhi dei sudditi. In caso di ritardo soggiacevano alle stesse sanzioni previste per il reo. La successione è sempre un evento particolare che si presenta quando un proprio caro è venuto a mancare. Questo mito è assai suggestivo perché abbraccia tutta la presunta storia degli Inca dal loro ingresso in Perù fino alla nascita della dinastia che avrebbe dominato l'altipiano andino, tuttavia ha il difetto di essere isolato, anche se la modalità della comparsa di Manco ha riscontri anche in altre leggende. Da allora il potere regio e quello sacerdotale risultarono definitivamente distinti anche se la supremazia dell'uno sull'altro restava da essere determinata. Questa avviene a favore dei cosiddetti chiamati all’eredità i quali, dopo averla accettata, divengono eredi universali del patrimonio del defunto. Guayanay venne lasciato dal provvidenziale rapace in un'isola flottante che si spostava sul mare e imparò ben presto a sopravvivere alle avversità della natura. Entrambi calzavano dei sandali di cuoio di lama (usuta), allacciati al piede con un cordone di lana di vivaci colori. Morton aveva effettuato delle accurate misurazioni dei crani delle mummie peruviane con tutt'altro scopo. L'importanza della manodopera per l'apparato statale inca è resa evidente dalle leggi che garantivano la prosperità e lo sviluppo delle varie comunità. Secondo i racconti che lo riguardano Mayta Capac si scontrò con gli Alcabizas, una tribù consanguinea degli Inca che si vantava di discendere da Ayar Uchu un fratello di Manco, come lui nato dalla mitica caverna di Pacaritambo. Era questo il caso della costruzione di imponenti fortezze o quello dei ciclopici lavori di terrazzamento e di irrigazione che hanno caratterizzato il territorio andino nell'epoca dell'impero degli Inca. Le strade erano tracciate con estrema perizia e soggette a una manutenzione accurata e continua. Non veniva tollerata la minima inefficienza e la codardia era particolarmente punita, tanto che chi si fosse macchiato anche solo di scarsa belligeranza era destinato a una sicura condanna oltre che all'esecrazione generale. Una tribù particolare, quella dei "Collahuaya", originaria del lago Titicaca, era detentrice delle massime tradizioni terapeutiche dell'impero, di cui custodiva gelosamente il segreto e i suoi più accreditati rappresentanti costituivano il corpo dei medici ufficiali dell'Inca supremo. Oltre alla tunica, le persone importanti indossavano un llawt'u, una serie di corde avvolte intorno alla testa. I predicatori spagnoli vi hanno subito visto una riproduzione del Sacramento cattolico dello stesso nome, ma la parentela è solo apparente perché per l'indio, il peccato non aveva solo un senso morale, ma anche e soprattutto il valore di una contaminazione che andava eliminata. Il termine Inca è perlopiù usato come sostantivo, generalmente al plurale (gli Inca), ma viene utilizzato anche come aggettivo per qualificare manifestazioni varie di questo popolo (ad esempio si usano espressioni quali architettura inca, religione inca, scrittura inca). I Chasqui (messaggeri) le masticavano per un supplemento di energia quando trasportavano, come corridori, i messaggi attraverso l'impero. L'uso della gioielleria non era uniforme attraverso l'impero. Gli spagnoli, che per primi hanno scoperto e utilizzato le numerose strade degli inca, non hanno esitato a paragonarle a quelle che costituivano il vanto dell'antica Roma. La loro storia, in quei lontani frangenti, non si dovette differenziare di molto da quella abituale delle varie etnie andine, caratterizzata da un rude lavoro agricolo inframmezzato da sporadiche scaramucce per il controllo dei terreni coltivabili. Le funi, una volta intrecciate venivano fatte passare da una sponda all'altra ed erano utilizzate per sostenere altre corde più piccole che reggevano delle passerelle di legno o di canapa intrecciata. Le funicelle secondarie avevano differenti colori e, su ciascuna di esse comparivano diversi nodi. Esistevano delle tradizioni particolari che vedevano, ad esempio, i Cañari essere famosi per le loro picche o gli indios delle selve primeggiare nell'uso dell'arco, ma la varietà delle armi peruviane era piuttosto limitata e l'esercito aveva, tutto sommato, una sorta di omogeneità. I loro figli erano tradotti nella capitale, ufficialmente per frequentare le scuole dell'impero ma anche per svolgervi la funzione di ostaggi, a garanzia della fedeltà dei loro padri. Le spoglie dei defunti, dette "malqui" erano considerate huaca e come tali onorate. Questa categoria non dimostrò, all'atto della Conquista, un particolare attaccamento agli antichi signori. I sunniti ne privilegiano alcune, gli sciiti talora altre. L'amore degli Inca per la statistica li portò inoltre a suddividere il loro popolo in classi di età, dieci per gli uomini e dieci per le donne, ognuna incaricata di compiti particolari, determinati dalla loro forza fisica. I malcapitati erano rinchiusi in un tenebroso carcere ricolmo di animali feroci e di serpenti velenosi e, se sopravvivevano per due giorni, venivano lasciati liberi.
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